Podcast, Vita Vissuta

Podcast a singhiozzo

Forse qualcuno ha notato che le uscite del podcast sono rallentate, tanto rallentate… e non mi resta che dirvi mi dispiace.
Anche se, non credo di avere una selva di ascoltatori, ma lo stesso mi spiace per quei pochi non vedono, pardon, non sentono la mia “splendida” voce (ahaha). Il podcast doveva essere ad uscite mensili con il progetto di provare a uscire due volte al mese… beh, sembra che stia diventando quasi ad uscite bimestrali 🙄.
Tutto questo, probabilmente, lo ascolterete quando uscirà il nuovo episodio; ma sicuramente con il blog sarò più veloce nel spiegare quello che succede nel “backstage”della produzione del podcast.
Mi ero prefissato, dopo aver cambiato la mia posizione lavorativa da freelance a dipendente, di registrare nel tempo che intercorreva tra il rientro a casa e il “ritiro” del figlio dai nonni, in modo poi da avere delle tracce da editare e comporre, poi le puntate.
Ma come nelle più note leggi di Murphy, niente è più andato come avevo pianificato.

In parte è dovuta alla mia pazza idea di riaprire il blog… ridendo e scherzando mi ci è voluto un mese per riuscire a trovare un tema grafico che rispecchiasse quello che avevo in testa. Il nuovo WordPress mi ha spiazzato non poco, come anche il nuovo metodo Gütemberg per editare a blocchi sia la grafica che i post.
E poi ci si è messa anche la vita reale. Per un problema di tubature e relativi lavori di sistemazione nel condominio mi si è allagata la cantina che conteneva un’autoarticolato di materiale che ho dovuto spostare quasi in tempo zero; i lavori di sistemazione delle perdita, poi, sono stati fatti nella mia cantina… (sospiro).
Ora, come potete immaginare, devo riportare tutto nuovamente all’interno della mia cantina. Dato che che ero in ballo ho dato una pittata alle pareti.

Tutto questo elenco di cavoli miei, solo per dirvi che sono la scusa per cui il podcast non è uscito. Ma, sopratutto per lavarmi un pò la coscienza…e sentirmi meno in colpa.
La mia voglia di continuare a parlare al microfono c’è, e mi piace anche; ma il mio tempo scarseggia.
Forse ci vorrà più del previsto per riuscire a darmi una nuova organizzazione sperando che la sfortuna non ci veda benissimo. (Le ultime parole famose!)

Si, lo so nuovamente delle scuse… ma non riesco mai a mettere in pratica la regola no.8 di Gibbs (NCIS): Non chiedere mai scusa, è segno di debolezza.(cit.)

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Vita Vissuta

Cambiare senza cambiare

Come vi posso raccontare che ho cambiato lavoro, e nello stesso tempo senza cambiare lavoro?!
Credo che sia il modo più strambo di fare questo cambio di vita senza di fatto cambiarla.
Da dove posso iniziare? Sarebbe una storia lunga e noiosa; non voglio di certo ammorbarvi con inutili dettagli. Partiamo da una esigenza che si era delineata negli ultimi due anni.
Come sapete io sono un freelance, o come si dice nella nostra italica lingua, sono un libero professionista… quello che lavora in partita iva!

In famiglia non sono certo l’unico che è in questa situazione; per chi non lo sà, anche la mia consorte lavora come libera professionista. Lei, però, è un’affermata dottoressa commercialista. Almeno per me, perché se lo chiedete a lei scuoterebbe la testa in preda a una forte vergogna.
Sta di fatto, con l’arrivo del piccolo Matteo, molte delle scelte fatte negli ultimi 2 anni hanno dovuto avere un certa limatura se non proprio un totale cambio di rotta.
Come credo sappiate tutti, ai freelance certi bonus sono preclusi (mi chiedo ancora perché ma non siamo qui a fare della polemica gratuita) che sicuramente sul bilancio familiare hanno un loro certo peso, non risolvono la situazione del “mutuo dell’asilo” ma danno una mano.
Pertanto, circa un’annetto fa, dopo il consiglio di tribù, si è arrivati alla conclusione che data la mia particolare attività io potevo ritornare ad essere dipendente. Come si sente dire in una trasmissione televisiva nota: la mia avventura da freelance finisce qui.

baby sitting on man s shoulder
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Già sento vesti stracciate e urla senza senso… ok… ho esagerato. Sicuramanente avete il permesso di dirmi un pò di brutte parole con tutte le volte che nel podcast me la tiro con la parola freelance. Ah! Senza contare le menate del lavoro autonomo, da casa. Insomma, un marea di fregnacce?
Ehmm… no! No perché ho lavorato bene da freelance, certo, con alti e bassi ma ho lavorato come piaceva a me e molte volte ho fatto quello che mi appassionava.

Purtroppo si era venuta a creare una situazione lavorativa che non aveva più niente a che fare con la professione da freelance. Nonostante facessi fattura, sfoggiassi la p.iva, non facevo altro che elargire il mio servizio a quasi completa disposizione di un solo cliente, che ne determinava una mia “dipendenza” senza poi averne i benefici nè di uno nè dell’altro.

Una situazione abbastanza comune per chi fa il mio lavoro di disegnatore CAD nell’industria metalmeccanica; perché per chi fa il designer CAD o simile ha più spazio creativo, più possibilità di muoversi tra più commesse.
Forse, in parte, è colpa mia che non ho mai vermente “switchiato” mentalmente verso una situazione più imprenditoriale. Probabilmente avrei dovuto puntare ad aprire uno studio mio con collaboratori. Ma tra dire e il fare…

Gli inizi sono stati molto duri. Il mio campo è per lo più aziendale e qui non ho mai trovato la piena comprensione del fatto che sei un’uomo solo e non hai alle spalle altri che ti possono dare una mano, dato che sei agli inizi e il soldo manca, anzi ce ne devi mettere.
Dopo qualche mese e notti insonni, ho deciso che da solo non potevo farcela e quindi con qualche vecchio contatto sono finito a fare il consulente per uno studio tecnico (nel quale, tra l’altro ero già stato dipendente) che per me trovava il lavoro da fare e mi allegeriva della parte della ricerca di commesse.
E così passarono 6 anni. Gli anni anagrafici, anche. E questi si sono fatti pesanti sulle spalle e continuare a saltare da un lavoro all’altro ogni tre mesi con spostamenti auto abbastanza importanti, mi hanno convinto a cercare qualcosa di più “stabile”, passatemi il termine: ma che almeno rimanesse nell’hinterland milanese.
Sono approdato nell’azienda odierna e qui, negli ultmi 5 anni, ho trovato una certa quadratura; ho contribuito a creare un reparto (l’ufficio tecnico) e tutta la struttura organizzativa (PDM e codifica) che ancora oggi viene usata dai i miei colleghi.
Come tutti abbiamo passato dei momenti abbastanza stressanti in questi ultimi due anni. Ecco, io e mia moglie, invece, siamo stati salvati dall’arrivo di Matteo (nato in pieno lockdown) che ci ha distolto dalle brutture del lockdown prima e delle quarantene dopo.
Per me però era arrivato il momento di prendere la decisione e quindi con molta insistenza e forzando la mano (avevo paventato un passaggio ad azienda concorrente…) dato che erano mesi che si tergiversava sulla questione. E a febbraio (non so quando leggerete questa post) 2022 finalmente ho dismesso il grembiule da freelance e indossato la “tutina da dipendente”.


Io mi sento un po traditore… perchè? Credo che in parte mi piaceva far parte di quella schiera di persone che nonostante le fatiche da libero professionista poteva vantarsi di “farsi da solo” e poi perché per anni, prima del 2011, avevo smarronato l’esistenza agli amici sulla voglia di essere freelance. Ora invece quasi (ho detto quasi) sono contanteo di essere dipendente.
Ma come accennavo prima è una situazione voluta e pensata per trovare una certa stabilità economica alla famiglia, e lasciando una certa serenità “alla Rosi” che in questo modo è più libera di poter intraprendere certe scelte viste le molte possibilità per la sua professione, che siamo onesti è più renumerativa della mia.

E concludendo questto pippone esistenziale, vi chiedo un po di tolleranza nella possibilità, non cosi remota, di strafalcioni e una grammatica da prima elementare; ma sono un pò arruginito, come le mie dita.

“Lunga vita e prosperità” (cit.) 🖖

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Social, Vita Vissuta

Non ci arrivo, ma ci provo!

Quando ho preso la decisione di mettere a posto il blog, centralizzare un pò la mia vita digitale non pensavo fosse cosi impegnativo.
Mi spiego meglio. Ho voluto rimettere in piedi un luogo che io chiamavo blog, ma non lo era e non lo è (almeno fino al mese scorso).
L’esigenza nasceva dal fatto che avevo troppe punti comunicativi sparsi ai quattro venti e il tutto era molto dispersivo; poi ho messo il carico da 90 con il podcast e le cose si sono complicate… dopotutto l’ho voluto io.
Ora il tutto si è complicato dato che la real life (come si dice tra i millennials) è più stretta di prima. Ora non ho più quella giornata che mi concedevo settimanalmente per evadere quelle pratiche “digital social” che nonostante non sia un influencer si fanno, anche solo per stare a contatto dia qualche “amico di penna”.
Devo ringraziare sentitamente, e nuovamente, l’amico Nicola Losito in arte KooLinus che mi ha supportato (e sopportato) per la riapertura di questo blog un pò smunto che aveva bisognoi di qualche aggiustatina.
Infatti, come wordpress ambassador, mi ha guidato nella conversione da Tumblr a WordPress e, dietro lauto pagamanto 😂 😂 🤣, ospitando il blog nel suo host. E devo dire che mi sento coccolato!!

Quindi per farla svelta, diamo inizio, ufficialmente, a questo blog che riprende vita. È possibile che troverete notizie di tutti i generi; spazierò da qualche pippone personale a notizie tecniche sul CAD e sul mondo Apple (si si… ci sarà spazio anche per PC e Windows).

Quello che vedete, però, non mi piace. Spiego meglio. Ho installato un tema per il sito che all’inzio (offline) mi sembrava figherrimo, ma una volta online mi sembrava di essere negli anni 90.
Quindi, su consiglio del sempre disponibile Nicola, inizierò a postare e nel frattempo sto provando a qualche altra soluzione per la grafica del blog.
A dire il vero l’ho già trovata, ma devo capire come funziona il nuovo metodo Gütenberg per creare , modificare grafica e contenuti di WordPress del proprio blog.
Non me ne vogliano gli estimatori di WordPress, ma non è proprio così amichevole come interfaccia. Inoltre si devono apprendere i concetti di cosa fà cosa e di come si riflette sulla renderizzazione della grafica sul web. E tra le altre cose bisogna ricordarsi che spesso il proprio blog viene visto da mobile…
Da neofita a neofita, consiglio di usare un programma che si chiama Local che installandosi sul vostro computer (si c’è anche per Windows) vi permette di installare con pochi click del mouse il vostro blog WordPress, installare qualsiasi plugin/temi e fare tutte le prove necessarie senza creare problemi su quello online con il rischio di “sminchiare” tutto il database.

Concludo e spero che il prossimo assetto grafico vi possa piaciere… o almeno piaccia a me 😄 😜

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Benvenuto al mondo, mio piccolo ometto. Portatore di una gioia e sorrisi dimenticati. Che tu possa illuminare la vita in questi tempi bui. (presso OBM Ospedale dei Bambini Milano – Buzzi Onlus)

Istanti, Vita Vissuta

Benvenuto!

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Sulle sponde. (presso Bollate)

Istanti, Vita Vissuta

Sponde

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Passeggiata lungo lago di Barcis (presso Barcis)

Ricordi, Vita Vissuta

Il tempo scoplisce

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Quando la miglior fotocamera è quella che hai in tasca… E poi Dio fa le cose “da Dio” (presso Keukenhof)

Istanti, Ricordi, Vita Vissuta

Tulipani

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Esistono piatti che risvegliano ricordi…

Per i golosi: Lingua con salsa verde

Cibo, Vita Vissuta
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Un buon dolce a volte può essere semplice.

Social, Vita Vissuta
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