Vita Vissuta

Vacanze e routine

Vi è mai balenato in testa che sopravalutiamo le vacanze estive come le facciamo, o meglio come le faccio io, dandogli un importanza terapeutica e poi ti trovi a sostituire una routine con un’altra?

Il termine vacanza oggi lo abbiniamo alla definizione: riposo più o meno lungo dalle proprie ordinarie occupazioni che una persona si concede (se svolge attività autonoma), o si fa concedere (se è in posizione subordinata) [cit. Treccani]. Ora di questa definizione moderna del termine, è alla parola riposo che vorrei porre l’attenzione.

Perché direte voi? Perché non è proprio cosi. Almeno per le mie vacanze, che per belle siano state (dopo quelle assurde dell’anno scorso) ma dopo una settimana mi sono ritrovato ad eseguire una routine che andava in sostituzione di quella che faccio ogni santo giorno a Milano durante il periodo lavorativo.

Sará una forma psicologica di un modo di avere la sensazione che in vacanza si fa qualcosa. Ma personalmente in vacanza non si dovrebbe fare una siffatta ciffuola… un caspio… che non sia quello che ti piace in quel momento.

Invece abbiamo vacanze programmate (come cosa da fare e vedere) fin da prima che si parta per queste benedette vacanze. Molte volte ascoltando gli amici o vedendo i reels sui social mi chiedo sempre ma vi siete riposati. Facciamo centinaia di km con l’auto, ogni due giorni di devi spostare con tutto il cucuzzaro; scarica e carica per poi infilarti in posti che pensi paradisiaci ma che sono affollati come corso Buenos Aires durante gli sconti di Natale.

Oppure fai delle gite per vedere posti selvaggi o incontaminati, ma vieni inscatolato in un pulmino da venti posti, con il sistema di condizionamento rotto mentre all’esterno c’è una temperatura che ricorda quella del pianeta Crematorio (cit. The Chronicles of Riddick). Vedere e fotografare da finestrini che hanno due dita di polvere e ditate.

Questo è quello che mi è capitato durante la gita all’Asinara. Poi, per chi di voi è genitore, amplificato dal fatto che devi tenere a bada una creatura di tre anni che sembra avere la tendenza a cercare il pericolo in tutte le sue forme (aguzze e appuntite) che è in grado di trovare.

Ma dove è la routine? Quella viene dopo un gita di tre giorni; non vuoi farti mancare una sosta alla Pelosa? Spiaggia bellissima, ma che nonostante il numero chiuso è affollata. E poi rientri. Altri km in auto. Ma la routine inizia il giorno dopo. Non ti concedi almeno un giorno di un emerito fare un cazzo. Sdraiato in veranda all’ombra a leggerti un libro, ad ascoltare un podcast o semplicemente dormire tutto il giorno.

No. LaRosi, la mia amata signora, non è di questo avviso. Quindi ci si alza di buon mattino, colazione, vesti il bimbo, ombrellone, attrezzatura varia, giochi bambino. Carichi tutto in auto? No! Per “fortuna” la spiaggia è a 500m… caricati tutto in spalla. Intanto ilMatteo è una scheggia impazzita. Finalmente spiaggia, affollatissima. Ombrellone uno addosso all’altro. Crema. Bagno.

Se pensiate che poi vi potete sdraiare sull’asciugamano… chi è genitore sa che non può farlo. Poi si rientra a mangiare (visto che siamo vicini, il bimbo è meglio che non prenda il sole di mezzogiorno… e io mi sono scassato la uallera!). 

Poi c’è tutto da fare. Tra docce e preparare da mangiare, apparecchiare e sparecchiare. Lava piatti e pentole. Poi c’è la parte della giornata che mi piace, dove posso finalmente rilassarmi con un libro o ascoltare….AHAHAHAH! che risate. Il piu delle volte le palpebre schiantano. Ma diciamo che dormire mi piace.

Il pomeriggio è una fotocopia del mattino. E la sera se non si esce per un gelato o altro spero che le palpebre reggano qualche ora. Questo per 20 giorni (si lo so sono fortunato in questo)

Se siete arrivati a questo punto della lettura, credo che siate sul punto di esclamare “ma stattene a casa!!”. Potrebbe essere una soluzione. A me casa mia piace. Dopo essermi fatto un “culo” per averla e avere le comodità che ho installato ci sto un gran bene. Ma non è questo lo scopo di questo lungo “lamento”.

E quale sarebbe direte voi? Quello di evidenziare che in molte situazioni sostituiamo una routine con un’altra. Che la minchiata dell hashtag #andametolento è solo una bufala social. Alla fine non rompiamo mai effettivamente gli schemi, non si rallenta; con quella paura che se rallenti e non fai niente perdi qualcosa. Quando rientri in ufficio e ti chiedono “cosa hai fatto quest’estate?” E se gli rispondi “Niente. Ho letto libri, in spiaggia qualche volta..” già ti guardano come un alieno. Delusi che non sei li a raccontare attraversamenti di ponti tibetani, giornate nonstop in spiaggia; mostrando migliaia di foto (fatte male) tutte uguali e tutte selfie.

Voglio assicurare che le mie vacanze me le sono godute. In modo o nell’altro. Mi sono divertito con ilMatteo che ogni giorno è al tempo stesso gioia e incazzatura (quando non ti ascolta). Mi sono crogiolato al sole, andato alla deriva come una boa nel mare pulito di Sardegna e mangiato e bevuto fottendomene della linea.

Ma mi rimane un mah. Un Mah dove non ho fatto quello che una vacanza dovrebbe fare… riposo e tempo per se stessi. Una cosa che non ho fatto, come ritrovare un po’ di intimità con LaRosi.

Le vacanze,come le faccio da anni, non sono quelle che avrei bisogno. Parto con mille propositi di lettura, di fare fotografia o altro e poi tutto finisce a ramengo.

Si nota che non so come chiudere, vero? Dai lasciatemi lamentare almeno qui che siamo a casa mia. Mentre scrivo dall’iPad, sono ancora in vacanza 🏖️ e va bene così perché poi si è insieme alla propria famiglia e tutto quello che ci serve! E come chiudo spesso i miei podcast. Lunga vita e prosperità.

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One thought on “Vacanze e routine

  1. l’uomo è un animale abitudinario…

    Come dici l’ostacolo all’ozio sfrenato è sopratutto la presenza dei piccoli. Infatti ho escluso il villaggio anche perché già due anni fa non abbiamo fatto che rincorrerlo tra mille piscine ed il mare, evitando che si affogasse o prendesse una insolazione. E abbiamo optato per una crociera, bellissima per carità ma stancante anch’essa.

    Ci siamo concessi 4 giorni di relax (solo piscina, ambiente controllato) in masseria nella Valle d’Ittrio. Bello per carità, ma economicamente davvero tanto impegnativo (se se curioso ti dico la spesa totale in privato).

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