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Non ho mai avuto un idolo.

Di quelli per cui ci si strappa i vestiti pur di andare ad un loro concerto, o per i quali si urla un inno su spalti affollati. No, mai. Tranne Steve. Lui sapeva prendermi per il verso giusto e sapeva tirarmi fuori la volontà di fare le cose. Non so come spiegarlo meglio di così. Quando lo vedevo mi metteva addosso la voglia di cambiare il mondo.

Sono senza parole. Non riesco proprio a mettere in croce due pensieri…

È una cosa strana perché, in fin dei conti, mica lo conoscevo Steve. L’ho solo visto: foto, video, discorsi, keynote… L’ho solo studiato: libri, riviste, interviste… Eppure condividevo con lui un sacco di idee o, meglio, lui le sapeva esprimere così bene che, cavolo!, era impossibile non essere d’accordo.

Sarà proprio per il fatto di essermi sentito d’accordo con lui in varie occasioni, in molti momenti, che a poco a poco è diventato una persona vicina pur nell’immensità di questo mondo, pur nella distanza delle nostre vite.

E ora che non c’è più non dovrebbe cambiare niente. Invece no. Sono confuso.
E mi ritrovo, forse, nelle parole di una poesia di Emily, poetessa a me tanto cara.

The distance that the dead have gone
Does not at first appear;
Their coming back seems possible
For many an ardent year.
And then, that we have followed them,
We more than half suspect,
So intimate have we become
With their dear retrospect.

Più di così non riesco a dire. E non volevo neppure scrivere niente per non cadere nella trappola dell’emozione e scrivere cose di cui poi ci si pente o che non abbiano la giusta sensibilità o il rispetto che meritano questi momenti. Poi non ho resistito e mi sono lasciato andare sapendo di essere tra buoni amici che sapranno capire.

-@iSimone da Il Macaco Social

Ho preso questo scritto perché ritrovo molto di quello che la notizia di oggi anima dentro di me. Grazie Simone. Stay hangry, stay foolish!!

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